Imparare a fare la nanna senza stress con il metodo Montessori
OGNI BAMBINO È UNICO
Una delle principali problematiche vissute con più ansia dai neogenitori è la questione del sonno. I commenti di chi pensa di saperne di più non mancano, così come le regole dei molti metodi che tentano di insegnare allo scatenato pargolo le fatidiche otto ore di silenzio angelico. Ma davvero acquistare la capacità di dormire tutta la notte, da soli, deve diventare l’obiettivo finale? La verità è che ogni bambino è una persona unica. La stanchezza c’è, è vero.
Ma prova a usare un punto di vista differente: ognuno di noi nel momento della nascita improvvisamente viene catapultato in un mondo frenetico e oscuro. La pancia, una culla naturale e viva, viene meno e un neonato si trova senza legami rassicuranti, al buio, da solo. Ecco perché avvicinarsi alla nanna con pazienza e comprensione ti permetterà di vivere questo periodo con meno stress e aiuterà anche i tuoi bambini
PIANGERE NON È UN CAPRICCIO
Quando il buio della notte avvolgeva la vita in un’oscurità primordiale, le tribù si stringevano e ognuno, nel buio del giaciglio, cercava il contatto con l’altro: siamo esseri preistorici. Se nell’età adulta molti di noi perdono questo contatto con le radici, al contrario i bambini possiedono un legame fortissimo con la parte più connessa a istinto, paura, emozioni. Piangere per un neonato è l’unico modo per esprimere ciò che sente e cercare un contatto fisico con chi gli è vicino, dunque non trattarlo come un fastidio. Soprattutto con i bimbi che piangono molto talvolta la pazienza viene meno e i genitori possono sentirsi inadeguati: non è colpa tua, accettala semplicemente come una fase.
LA SCELTA DEL LETTINO
Il momento in cui si passa dalla culla al lettino in alcuni casi è drammatico. Bambini che inizialmente non hanno alcun problema a dormire da soli, improvvisamente vivono questo cambiamento con disperazione. Maria Montessori, già nei primi del Novecento, sconfessa l’uso del lettino con le sbarre, vissuto come prigione castrante. Un letto basso, come il futon, permette al piccolo di sentirsi libero, ma è utile anche per la mamma, che potrà usarlo per allattare e come spazio di gioco, per le coccole e le favole insieme al papà. Inoltre ti permetterà di appoggiare il bambino e, un volta addormentato, andare nella tua camera senza svegliarlo. L’importante è costruire questo spazio prestando attenzione alla sicurezza.
LA CAMERETTA DEI BAMBINI
Una delle innovazioni pensate da Maria Montessori è costituita da mobili in miniatura della stessa misura dei piccoli, con cui arreda le Case dei Bambini, pensate come spazio di gioco e crescita. Per la camera dei bimbi scegli un arredamento semplice e funzionale, che sia della loro misura e non abbia trappole costituite da spigoli o bordi taglienti. Fai in modo di coprire le prese elettriche con gli appositi tappi. Se non vuoi investire un budget costoso per un futon ti basta usare un materasso da appoggiare direttamente a terra o su un rialzo con pallets in legno. Un matrimoniale o due singoli permetteranno al bambino di avere tutto lo spazio necessario per muoversi e a voi genitori di ricreare uno spazio di vicinanza intorno al letto, che potrà essere vissuto come nido, appuntamento al gioco, isola magica.
CRESCERE LIBERI E FELICI
Sotto al materasso posiziona un tappeto, utile al bambino per rotolare fra letto e pavimento senza danni. Per conciliare l’appuntamento con il riposo notturno costruisci intorno al bambino uno spazio che nel corso del tempo possa sentire suo. Dipingi le pareti oppure utilizza tende colorate che possano colorare la stanza con mille sfumature durante il giorno. Una lampada dal design onirico circonderà il bambino con un teatrino di ombre danzanti dall’effetto magico.
RITI DELLA BUONA NOTTE
Accompagna tuo figlio al sonno con canti, una musica (ottima la classica!) da ascoltare ogni sera, favole: fin dai primi minuti di vita può sentirti e percepisce ogni sfumatura delle tue emozioni, compresa l’ansia e il nervosismo. Evita di ascoltare l’esperienza altrui: ogni bambino è diverso e unico. Non serve porti l’obiettivo di altri, guarda chi hai di fronte e pensa che anche tu in numerose occasioni hai avuto bisogno di tempo per ambientarti a situazioni nuove. Perché non dovremmo avere la stessa pazienza che abbiamo verso noi stessi con i bambini?
AVVICINARSI ALLA NOTTE
“Un terribile capriccio del bambino consiste nell’andare la mattina a svegliare papà e mamma; e la nurse dovrebbe evitare assolutamente questo misfatto, quasi essa fosse l’angelo custode del sonno mattutino dei genitori. Ma che cos’è, se non amore, quello che spinge il bambino appena alzato ad andare a cercare i genitori? (…) Il bambino si fa avanti vacillante, col cuore oppresso dalla paura del buio, ma supera ogni timore e va a toccare dolcemente i genitori” scriveva Maria Montessori. Perdere qualche ora di sonno fa parte del diventare genitori, ma non preoccuparti: passerà. Così come passerà la fase in cui è tuo figlio a cercarti, avere bisogno di te, vederti come unica guida. Goditi questo momento e più che concentrarti sull’obiettivo del numero di ore di sonno o il fatto di dormire da solo, aiutalo ad avvicinarsi al riposo notturno con dolcezza. Quando un bambino sente tranquillità intorno a sé e trova un ambiente in grado di accompagnare con dolcezza la sua crescita, ogni giorno diventa un viaggio in un territorio nuovo da vivere con curiosità.
(fonte Donna Moderna)